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Sunday, February 7, 2016

L'Abruzzo sconfigge Ombrina e regala un po di Adriatico trivelle-free al resto d'Italia



“Some people care too much. I think it's called love.”
 A.A. Milne


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8 Marzo 2016: continua l'effetto domino.
Anche la Transunion si ritira e le sue due concessioni
d68 FR TU e d361 CR TU
nel golfo di Taranto e in Sicilia non sono piu' operative.
Queste:






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 20 Febbraio 2016: inizia l'effetto domino.
Anche la Shell si ritira e le sue due concessioni
d73 FR SH e d74 FR SH
nel golfo di Taranto non sono piu' operative
Queste:




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Rigettate tutte le domande di ricerca petrolifera entro le 12 miglia. 

I provvedimenti riguardano 27 istanze tra cui Ombrina mare.

Sul Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse BUIG Anno LX- N.1 del 31 gennaio 2016 sono stati pubblicati in estratto 27 provvedimenti di rigetto, parziale o totale, di istanze di permesso di prospezione, di permesso di ricerca e di concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ricadenti nelle aree precluse a nuove attivita' ai sensi del comma 239, articolo 1, della Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di stabilita' 2016).

 Le 9 istanze interamente ricadenti entro le 12 miglia sono state rigettate.

Le 18 istanze parzialmente ricadenti entro le 12 miglia sono state rigettate per la parte interferente.

Con i 27 provvedimenti e' stata data piena attuazione al disposto di legge: all'interno delle aree interdette non insistono piu' istanze di permesso di prospezione, di permesso di ricerca e di concessione di coltivazione di idrocarburi.

Eccole:



PERMESSI DI RICERCA 
(airgun e/o pozzo/i preliminare)


1) d 59 FR NP -- Northern Petroleum
Crotone
 730kmq, richiesta nel 2005


2) d 148 DR CS -- Apennine Energy
Golfo Di Taranto
 16 ettari, richiesta nel 2006


3) d151 DR EL -- Petroceltic
Golfo di Taranto
250 km, richiesta nel 2009


4) d358 CR EL - Petroceltic 50% Northern Petroleum 50%
Canale di Sicilia
135 kmq, richiesta nel 2009 




CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE
(pozzo/i permanenti) 



 5) d1 GC AG - ENI -- Edison
Pantelleria
170kmq, richiesta nel 1996




6) d6 AC AG - ENI
Trebisacce - Golfo di Taranto
77kmq, richiesta nel 2007

7) d23 AC AG - ENI
58 kmq, richiesta nel 1995

8) d30 BC MD - Rockhopper Exploration 
San Vito Marina (CH)
145kmq, richiesta nel 2009

9) d39 A.C EA -- ENI
Cesenatico, Rimini
103kmq, richiesta nel 2006 

RIPERIMETRAZIONI
PERMESSI DI PROSPEZIONE (airgun)

10) d1 BP SP Spectrum Geo Limited
Superficie iniziale: 14.510 kmq
Superficie riperimetrata: 13.700 kmq
richiesta nel 2011

11) d1 FP SP Spectrum Geo Limited
Superficie inziale: 16.300 kmq
Superficie riperimetrata: 16.210 kmq
richiesta nel 2011

Adriatico


12)  d2 EP TG  - Societa' TGS-Nopec Geophysical Company 
Superficie iniziale: 20.890 kmq
Superficie finale: 20.200 kmq
richiesta nel 2015



13)  d2 FP PG  - Societa' TGS-Nopec Geophysical Company 
Superficie iniziale: 14.280 kmq
Superficie finale: 14.200 kmq
richiesta nel 2012



RIPERIMETRAZIONI
 PERMESSO DI RICERCA (pozzi preliminari)

14) d29 GR NP - Northern Petroleum
Sciacca, Sicilia
Superficie iniziale: 601 kmq
Superficie finale: 104 kmq
richiesta nel 2009

L'arancio scompare


15) d30 GR NP - Northern Petroleum
Sciacca, Sicilia
Superficie iniziale: 385 kmq
Superficie finale: 280 kmq
richiesta nel 2009

L'arancio scompare 

16) d33 GR AG - ENI
Gela, Sicilia
Superficie iniziale: 154 kmq
Superficie finale: 121 kmq
richiesta nel 2009

L'arancio scompare 

8 Marzo 2016 -- la Transunion si ritira volontariamente da questa concessione
17) d68 FR TU - Transunion Petroleum
Policoro, Golfo Di Taranto
Superficie iniziale: 623 kmq
Superficie finale: 197 kmq
richiesta nel 2009

L'arancio scompare
 

20 Febbraio 2016 -- la Shell si ritira volontariamente da questa concessione:
18) d73 FR SH - Shell
Policoro, Golfo di Taranto
Superficie iniziale: 730 kmq
Superficie finale: 609 kmq
richiesta nel 2009

L'arancio scompare 


20 Febbraio 2016 -- la Shell si ritira volontariamente da questa concessione
19) d74 FR SH - Shell
Policoro, Golfo di Taranto
Superficie iniziale: 620 kmq
Superficie finale: 153 kmq
richiesta nel 2009

L'arancio scompare


8 Marzo 2016 -- la Transunion si ritira volontariamente da questa concessione
20) d361 CR TU - Transunion Petroleum
Gela, Canale di Sicilia
Superficie iniziale: 602 kmq
Superficie finale: 70 kmq
richiesta nel 2009

L'arancio scompare
 Siccome la concessione e' divisa in due
non hanno ancora generato la mappa nuova
 21) d503 BR CS - Apennine Energy
Porto San Giorgio, Marche
Superficie iniziale: 138kmq
Superficie finale: 83 kmq
richiesta nel 2007

L'arancio scompare


22) d61 FR NP - Northern Petroleum
Monopoli, Puglia
Superficie iniziale: 728 kmq
Superficie finale: 720 kmq
richiesta nel 2006

L'arancio scompare






23) d67 FR AG - ENI
Policoro, Golfo di Taranto
Superficie iniziale: 449 kmq
Superficie finale: 441 kmq
richiesta nel 2009

L'arancio scompare

 24) d87 FR GM - Global Med
Crotone, Golfo di Taranto
Superficie iniziale: 737 kmq
Superficie finale: 730 kmq
richiesta nel 2013

L'arancio scompare


RIPERIMETRAZIONI
CONCESSIONE DI COLTIVAZIONE
(pozzo permanente)


25) d2 GC AG - ENI Edison
Canale di Sicilia
Superficie iniziale: 142 kmq
Superficie finale: 41 kmq
richiesta nel 2009

L'arancio scompare

26) d26 BC AG - ENI
Ortona, Abruzzo
Superficie iniziale: 58 kmq
Superficie finale: 5 kmq
richiesta nel 1988

L'arancio scompare

 27) d40 AC PY - Po Valley
Ravenna, Adriatico
Superficie iniziale: 107 kmq
Superficie finale: 66 kmq
richiesta nel 2015

L'arancio scompare



Mi sveglio. E' una mattina californiana di sole. E' il 5 Febbraio 2016. La mia casella postale scoppia di messaggi. Abbiamo vinto. Il governo annulla Ombrina e altre 26 concessioni petrolifere a mare, tutte entro le dodici miglia dalla riva. Apro i siti dell'UNMIG per la conferma.  Leggo: "Rigetto totale". Queste parole sono soavi nella loro durezza, specie perche' in Italia mai niente e' totale e definitivo. Una vittoria bella, tanto agognata, di noi tutti attivisti da mezzo stivale. Una vittoria che l'Abruzzo regala al resto d'Italia: per fermare Ombrina ne hanno dovute ammazzare o tagliuzzare altre ventisei.

Chi l'avrebbe mai detto che una piccola battaglia, quasi disperata, partita dalla piccolissima contrada Feudo di Ortona in Abruzzo nel 2007, avrebbe portato fino a qui. Una nazione intera che in dieci anni e' passata dal paradigma immaginario del "petrolio oro nero" al paradigma reale del "petrolio maledizione nera". Un popolo informato dei propri diritti, intollerante dei troppi conflitti di interesse, amicizie ed accordi segreti fra petrolieri, politici, pseudogiornalisti. Non ci sono riusciti a fermarci. La cosa piu' bella e' che siamo arrivati fin qui in modo intelligente, senza violenza, e da popolo adulto, persistente, volenteroso. Caro Matteo Renzi, anche se ci hai provato a fermarci, anche se ci hai deriso, nulla hai potuto contro i tanti comitatini spuntati in ogni angolo d'Italia contro le tue idee fossili e vecchie.

Ai miei occhi tutto nasce con il Centro Oli di Ortona nel 2007.  Era il mostro desolforante che l'ENI voleva costruire fra i vigneti d'Abruzzo, trasformandola in una nuova Viggiano. Furono anni concitati: ce ne accorgemmo all'undicesima ora dei piani dell'ENI, che tramava con gli enti regionali e statali gia' dal 2001 nel silenzio generale. Erano tutti d'accordo. L'allora ministro dell'ambiente Alfonso Pecoraro Scanio dei Verdi aveva firmato uno dei tanti decreti approvativi. Il governatore della regione Abruzzo Ottaviano Del Turco del PD non perdeva occasione di decantare i miracoli che il Centro Oli avrebbe portato all'Abruzzo - occupazione, royalties -- l'assessore all'ambiente dell'epoca Franco Caramanico pure lui del PD ora passato a SEL aveva detto che si trattava di una "occasione da non perdere". Anche l'allora sindaco di Ortona, Nicola Fratino di Forza Italia era d'accordo.  Confindustria Abruzzo non stava nella pelle dalla gioia. Cosa si poteva mai fare?  Ortona ha 23,000 abitanti. La contrada Feudo si e no 500.  L'ENI guadagna 100 miliardi di dollari l'anno. La politica di destra, di sinistra e pure i Verdi di Roma erano tutti d'accordo.

Nasce il primo dei tanti "comitatini". Il Comitato Natura Verde di Giusto Di Fabio, Gabriele Di Clerico e Luigi Tiberio decide di far qualcosa per Ortona. Si organizzano con proteste, marcie di trattori, domande ai politici dell'epoca. In qualche modo vengo coinvolta nella battaglia. Arrivano basi scientifiche, informazione a tappeto, conferenze in giro per l'Abruzzo. Ho rotto le scatole a tutti. Ci siamo inventati passo dopo passo il da farsi ogni giorno, cercando di coinvolgere quanti piu' attori possibili, dalla Chiesa Cattolica ai ragazzini delle scuole.  E credo che sia stato qui l'ingrediente magico: tutti hanno capito, tutti hanno sentito di poter fare qualcosa, tutti hanno sentito che vittoria o non vittoria era importante attivarsi, tutti si sono indignati ed hanno chiesto risposte.

Eravamo nel bel mezzo della guerra al Centro Oli quando nel Marzo 2008 spunto' la piattaforma esplorativa Ombrina Mare. Si vedeva nel blu dell'Adriatico un gigante rosso e bianco. La storia e' stata lunga e appassionante, con tanti colpi di scena. Ombrina sarebbe stata una versione marina del Centro Oli. Stesso giacimento, stesso petrolio scadente. Anzi, all'inizio si pensava di portare il petrolio di Ombrina su terraferma per la desolforazione presso il Centro Oli: sarebbe stato l'inizio dell'Abruzzo minerario con impianti a terra e a mare. Una nuova Basilicata.

Dopo tanti eventi rocamboleschi, moratorie, Silvio Berlusconi che sale su una scala da imbianchino in piazza a Pescara ad annunciare che siamo "piu' belli del Maine", minacce di denuncia, e uno degli amministratori di Ortona che mi scrive che in altre epoche mi avrebbe sfidato a duello,  l'ENI finalmente rinuncia al Centro Oli all'inizio del 2010. L'Abruzzo ha vinto una delle sue partite piu' belle.

Ma resta Ombrina. Che fare del petrolio allo zolfo che avrebbero estratto? Ecco l'idea malsana:  mandiamo il petrolio su una nave desolforante,  con fiamma permanente ventiquattro ore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni l'anno, senza dover usare il Centro Oli. Ci hanno provato, come ci provo' l'ENI, a convincerci della bonta' del tutto, che ci sarebbero stati "protocolli rigidissimi", che in Italia siamo migliori degli altri, che incidenti mai e poi mai, che turismo e petrolio possono coesistere.  Ci hanno provato ma non se l'e' bevuta nessuno.

La macchina dell'informazione era stata messa in moto. Abbiamo lavorato con Ombrina come sul Centro Oli. Conferenze informative, blog e Facebook pullulanti di informazioni, nuovi comitati che organizzano altri eventi. Ombrina diventa imbarazzante per i politici. Qualcosa devono pur fare. Arriva una prima bocciatura nell'Ottobre del 2010. Ombrina poi resuscita nel 2013. Decine di migliaia di persone si sono sentite prese in giro. Scendono in piazza a Pescara e a Lanciano -- la mia citta'. L'Abruzzo non ha mai visto cosi' tanto attivismo.

Nel corso degli anni altre realta' d'Italia hanno scoperto di avere a che fare con gli stessi problemi. Massimo Colonna del Comitato Gestione Partecipata del Territorio sconfigge la Forest Oil con il suo impianto desolforante a Bomba, Manuela Pintus del Progetto Eleonora guida Arborea in Sardegna contro le trivelle di gas della Saras, nel Parco del Curone si manda via la Po Valley, a Carpignano un paese intero si ribella contro le trivelle ENI. Si protesta a Pantelleria, a Sciacca, a Rovigo, sul Montello, a San Benedetto del Tronto, a Crotone, sul Gargano, a Ragusa, a Cotignola.  Anche la Basilicata che accolse le trivelle a braccia aperte verso la meta' degli anni novanta si scopre ingannata dalle petrol-promesse. Non posso piu' contarle le comunita' insorte contro le trivelle in casa loro. Tutti a loro modo hanno storie belle di attivismo e di amore.

Ed eccoci qui. Per salvare la faccia su Ombrina, il governo di Matteo Renzi e' costretto a ripristinare la fascia protettiva delle dodici miglia, il quarto cambio legislativo sulle trivelle a mare in cinque anni. Si e' arreso anche lui ai comitatini, e ben 27 concessioni a mare sono state affondate.

E' una vittoria dell'Abruzzo che nel proteggere se stessa regala una fascia marina di dodici miglia trivelle-free al resto d'Italia.  Adesso si ergeranno a paladini un sacco di persone. Ma io so dove nasce tutto questo. E voglio ringraziare qui una persona che in un modo o nell'altro e' stata parte della mia vita per otto anni anche se non l'ho mai incontrato: Sergio Morandi, il capo di Ombrina, che mi ha attaccato in ogni modo, in ogni dove, a volte anche con quella che io reputo crudelta'. Grazie caro Sergio perche' lei ha fatto venire fuori la parte migliore di me. La parte che non si e' arresa, la parte che ha voluto, la parte coraggiosa, la leonessa che non sapevo di essere.

Grazie.

Qui la lista e le immagini delle 27 concessioni passate a miglior vita.

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