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Friday, November 6, 2015

Il conto finale della BP: Un trillione di pesci morti





Sono passati piu di cinque anni dallo scoppio del pozzo Macondo, nel Golfo del Messico. La maggior parte delle persone pensa che sia tutto finito, tutto tranquillo.

E invece, come per tutte le tragedie petrolifere, i guai si racimolano per strada, negli anni a venire. E' sempre cosi' -- oil spills are forever.

Ogni tanto compaiono studi scientifici sullo stato del golfo, dei suoi delfini, dei suoi coralli, delle sue persone.  E in questi giorni diventa disponibile il calcolo, fatto dal governo americano e dalla BP stessa, del numero e di esemplari di pesci morti a causa dello scoppio di Macondo.

Sono calcoli approvati dalla BP, e dunque se sono di parte, sono dalla parte dei petrolieri.

Il grafico parla chiaro. E no, non si tratta di errori o di malscritture. Si parla di miliardi e miliardi di pesci - tonni, gamberetti, granchi, sgombri -- morti durante e dopo gli 87 giorni del petrolio che fuoriusciva senza sosta dalle viscere della terra. Il gran totale e' di trilioni di pesci, e cioe' un uno con dodici zero: 1,000,000,000,000 esseri marini uccisi dal petrolio.

Per quelli sopravvisuti si parla di lesioni ai corpi, anemia, problemi riproduttivi, al sistema immunitario, deformazioni congenite, stress.  Tutta la vita marina, dal plankton fino ai tonni del golfo
ne ha risentito.

Qualche settimana fa il colosso britannico ha acecettato di pagare 20 miliardi di dollari per le violazioni al Clean Water Act.  La lista comprende fra i 200 to 500 milioni di gamberetti, un miliardo di ostriche, fra i 2 e i 10 miliardi di granchi blu, fra i 2 e i 5 trillioni di pesci allo stato larvale che non hanno mai avuto la possibilita' di crescere. E questo ovviamente ha conseguenze negative non solo per l'ecosistema ma anche per chi vive li, e vive di pesca.

Questi dati la BP li deve fornire per legge. Grazie all' Oil Pollution Act dei primi anni novanta dopo lo scoppio della Exxon Valdez,  i petrolieri devono presentare un “Natural Resources Damage Assessment.”  Quelli di cui sopra sono i dati della BP, validati dal governo.

Gia sento gli echi dell'eccezionalismo italiano - da noi, nell'Adriatico, nello Ionio, nel Mediterraneo non potra' succedere mai e poi mai. Abbiamo fondali diversi, siamo piu' bravi et cetera et cetera et cetera.

Si, puo' darsi. Ma puo' anche non darsi. E puo' darsi che in modi e tempi diversi, o con portata minore scoppi possano accadere anche lungo le nostre coste. Nessuno ha la sfera di cristallo e la domanda e' sempre la stessa: chi ci guadagna a petrolizzare i nostri mari? Cosa ci guadagnano nel concreto i residenti del golfo di Taranto, la Sicilia, la riviera abruzzese o quella marchigiana? Anche nel Golfo del Messico, prima del 20 Aprile 2010 dicevano che era tuttapposto. E invece...

Qui le immagini della vita marina che resta dopo lo scoppio del pozzo Macondo 5 anni e mezzo fa.





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